33 anni e sentirli molto poco. Zlatan Ibrahimovic è nato il 3 ottobre del 1981 a Malmoe e per un giocatore spavaldo, dall’ego smisurato come il suo, il detto “gli anni di Cristo” non è solo un’esagerazione. Sbruffone sì, ma anche fortissimo e determinante, sicuramente uno dei calciatori più decisivi degli ultimi 20 anni. La carriera di Ibrahimovic è costellata di successi conquistati con diverse maglie. 11 campionati vinti, vari trofei nazionali e primi posti nella classifica marcatori, il record di reti siglate con la nazionale svedese. Ma c’è un neo che lo ossessiona nella sua straordinaria carriera e si chiama Champions League.
L’attaccante svedese gioca il torneo continentale più importante da 14 anni di seguito e non è mai riuscito a vincerlo. Prima Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan, e adesso Paris Saint Germain. Le sta provando tutte Ibrahimovic per salire sul tetto d’Europa, ma sinora non ci è mai andato vicino. Una semifinale, cinque eliminazioni ai quarti e altrettante agli ottavi. Lui, a inizio stagione, predicava ottimismo: “Sento che posso vincerla e lo farò. Ma se la mia carriera dovesse terminare senza questo trionfo, sarei ugualmente orgoglioso”.
Nella stagione 2009-10 Ibrahimovic era in forza al Barcellona di Pep Guardiola che non riuscì a vincere la coppa dalla grandi orecchie. Ibra ricorda con malcelato rancore quei mesi: “Avevamo la squadra migliore del mondo, ma non abbiamo vinto la Champions League per le cattive decisioni di qualcuno”. Il rapporto tra lo svedese e l’allenatore spagnolo non è mai stato idilliaco e ora la patata bollente, ma molto preziosa, è nella mani di Laurent Blanc.
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